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La parola è la risorsa mediante la quale le diverse postulazioni concettuali interagiscono fra loro, nell'intento di riproporsi in forma epigrammatica e decisionale. Nella sua evoluzione morfologica si compendiano i giudizi e le argomentazioni, con i quali si esplica la temperie sociale. La frontiera linguistica è una categoria multidimensionale, con la quale si delinea la cultura moderna nelle sue conformazioni locali e universali. L'intesa fra le comunità umane comporta la «concessione linguistica», nell'intento di delineare un ambito di efficace comprensione. Dal concetto di armonia universale, alla facoltà traduttoria di Malinche, una donna provvidenzialmente al seguito di Hernán Cortes, la parola svolge un ruolo preminente nella vicenda dei popoli e delle nazioni. Essa consente all'hidalgo spagnolo di inserirsi nella compagine del Nuovo Mondo, dell'epoca rinascimentale, con il proposito d'influenzarne il corso, nelle dimensioni paniche nelle quali declinava, e di sovrintendere alle sue sorti, raccordate con le fortune dell'Europa mediterranea, destinata, nell'età contemporanea, a inventariare l'espressione identitaria come strumento d'immedesimazione multietnica, plurilinguistica e credenziale.